Cosa ci dicono le statistiche sull’Inter
Col campionato interrotto per via della pausa nazionali di primavera, e con due terzi di Serie A già alle spalle è il momento ideale per analizzare l’andamento della stagione e delle prospettive per le residue partite di campionato. Per fare ciò ci avvarremo dell’ausilio delle statistiche, in particolare del modello Expected Goal fornitoci da Understat e da StatsBomb/Fb-Ref per quanto concerne i post-shot Expected Goal.
Produzione offensiva
L’Inter è al momento il miglior attacco del campionato (65 reti, al pari dell’Atalanta, ma con una gara in meno disputata) e viaggia ad una media di oltre 2 reti a partita. Anche gli Expected Goal (xG) confermano la pericolosità dell’attacco interista per le difese avversarie. Al momento l’Inter è seconda in Serie A per xG prodotti in media a partita, con 2,13 ogni 90 minuti dietro solo alla Juventus che arriva a 2,20.

L’Inter per larghi tratti della stagione è stata una squadra che ha avuto numerose difficoltà nel trovare il goal risolutore o il goal necessario a chiudere la partita; ciò nonostante la performance offensiva nerazzurra è ampiamente positiva, infatti la squadra ha fin qui convertito a rete più di quanto prodotto: il tasso di conversione dei nerazzurri è di 1,13 (superiore al valore soglia 1), si può dunque parlare di over-performance. La squadra di Conte ha fin qui ricavato ben 65 reti da 57,45xG; un delta positivo di 7,55, il miglior delta positivo della Serie A

La performance nerazzurra, si posa sulle spalle della coppia Lukaku–Lautaro, i due generano oltre il 53% degli xG totali della squadra. Il tandem offensivo è inoltre in grado di capitalizzare le occasioni generate, infatti sono entrambi in over-performance (seppur con uno scostamento lieve tra goal e xG) e in Europa solo la coppia Muller-Lewandovski ha fatto meglio (45 reti per la coppia bavarese contro le 33 dei nerazzurri). Inoltre ad alimentare l’over-performance interista contribuiscono anche Hakimi, Skriniar e D’Ambrosio (in tre hanno realizzato ben 12 reti da soli 7xG).

La produzione offensiva nerazzurra è più o meno costante, mentre la linea di tendenza dei goal pare convergere verso l’andamento degli Expected Goal. Nelle ultime gare l’impressione è che l’Inter stia riuscendo a trovare la via del goal anche nella gare più complesse, riesca a sbloccare la gara nei momenti chiave e stia migliorando anche nella gestione del vantaggio, riuscendo a chiudere la gara nel suo momento migliore. Questo aspetto può non risultare così fondamentale per la vittoria del campionato, ma è certamente un gradino che la squadra è chiamata a salire, soprattutto se vuole competere in Europa.
Tenuta difensiva
Se la prestazione offensiva nerazzurra è rimasta pressoché costante nell’arco di tutta la stagione, lo stesso non si può dire della prestazione difensiva. La ritrovata solidità difensiva, dopo un’inizio di stagione abbastanza travagliato ha consentito all’Inter di porre le basi per scalare la classifica, prendere la vetta e allungare sulle inseguitrici.

Secondo gli xG l’Inter fa registrare la terza miglior prestazione difensiva del campionato, con 1,08 xG subiti di media a partita, dietro solo ad Atalanta e Juventus. Per buona parte della stagione il tasso di conversione avversario è stato superiore al valore soglia di 1 (pertanto l’Inter subiva più reti di quanto era lecito attendersi), mentre al termine delle 27esima giornata il tasso di conversione avversario è di 0,89 (si è ribaltata la dinamica e l’Inter concede meno reti rispetto a quanto gli avversari riescano a creare).

Dal grafico sopra mostra nettamente come la squadra di Conte nel corso della stagione abbia acquisito maggiore solidità, qualità spesso intangibile, ma ben evidenziata dalla linea di tendenza del grafico, che dimostra come l’Inter, nel corso della stagione conceda sempre meno sia da un punto di vista quantitativo (numero di tiri), ma soprattutto qualitativamente (xG medio per tiro, big chance subite a partita)
Il rendimento difensivo dei nerazzurri può essere suddiviso in tre mini-trend: il primo riguardante le prime 8 gare del campionato (periodo in cui l’Inter si schierava col 3-4-1-2, almeno in 7 delle prime 8 gare), il secondo che va dalla gara contro il Sassuolo al pareggio di Roma (dalla 9a alla 17esima giornata) campione di gare in cui l’Inter ritorna al 3-5-2 (ad eccezione delle trasferta di Verona) e un terzo trend che va dalla gara di San Siro contro la Juventus (18esima giornata) alla gara di Torino contro il Torino (27esima giornata), periodo in cui l’Inter ha aumentato la sua solidità difensiva.

Nelle prime 8 giornate l’Inter concedeva meno di 9 tiri a partita (dato più basso del campionato nelle prime 8 giornate), ma in media gli avversari trovavano la rete ogni 5,5 tiri; questo perché le big chance (occasioni di facile conversione, da 0,30 xG in su) concesse erano in media 2,3 a partita, con un valore xG medio per singola conclusione pari a 0,15xG. Nonostante concedesse pochi tiri dal punto di vista quantitativo, la qualità di quei dei tiri concessi era particolarmente elevata, come testimoniano le 13 reti subite in 8 partite e una sola gara conclusa con la rete inviolata.
Col ritorno al 3-5-2 Conte ha sì fatto un passo indietro nell’ottica del progetto tecnico, ma ha fatto tre passi in avanti in termini di risultati e di miglioramento delle prestazioni. Se col 3-4-1-2 l’Inter esasperava il suo pressing, cercava di mantenere il predominio territoriale e riduceva al minimo le fasi di difesa posizionale; col 3-5-2 si è assistito all’opposto, l’Inter ha ridotto le fasi di pressing ed ha cominciato a difendere prevalentemente con un blocco medio-basso con almeno 10 giocatori sotto la linea della palla. Questo aspetto ha sin da subito portato dei vantaggi: nelle 9 gare successive l’Inter ha subito 10 reti e portato a casa due clean sheet. Certamente la solidità difensiva è aumentata e i parametri difensivi sono migliorati: il tasso di conversione avversario è passato da 1,24 a 0,78, sono diminuite le big chance concesse a partita (da 2,5 a 1,7) così come si è ridotto il coefficiente xG per singolo tiro (da 0,15 a 0,13); in compenso il numero di tiri è aumentato sensibilmente (2,5 tiri a partita in più), ma anche un maggior numero di tiri dell’avversario per arrivare al goal (da 5,46 a 10,20).
Il ritorno al 3-5-2 ha dato la possibilità all’Inter di ritrovare, almeno in parte, una stabilità difensiva accettabile, ma in alcuni big match si erano evidenziate alcune criticità difensive, che apparivano come limiti inaggirabili della squadra. Dalla gara contro la Juventus si è aperto un terzo mini-trend, durante il quale la squadra è cresciuta sensibilmente dal punto di vista difensivo al punto da apparire insuperabile. Nelle ultime 10 giornate il tasso di conversione a rete delle avversarie dell’Inter è crollato a 0,52, frutto di un netto calo delle big chance concesse (0,4 a partita) e del valore xG medio per singolo tiro (solo 0,06 xG); inoltre il numero di conclusioni delle avversarie è calato a 9,5 a partita. Nelle ultime 10 gare l’Inter ha subito un goal ogni 31,67 tiri; in sostanza ha subito 3 reti e per ben 7 volte ha chiuso con la rete inviolata.

L’atteggiamento difensivo dell’Inter richiede uno sforzo di concentrazione e di rigore tattico nelle prolungate fasi di non possesso non sempre sostenibile, soprattutto in Europa con avversari abili a convertire a rete occasioni poco pericolose e in grado di schiacciare l’avversario di turno. Inutile negare che gli step successivi per il progetto tecnico nerazzurro impongono all’Inter la ricerca di una fase difensiva modulata su altezze differenti, soprattutto nelle situazioni in cui è chiamata a gestire il vantaggio.
Questione portiere
In questa stagione Samir Handanovic è stato spesso bersaglio delle critiche dei tifosi, in un articolo uscito a Gennaio su questo sito avevo analizzato, con l’ausilio delle statistiche, il suo declino e che giunto alla soglia dei 37 anni (li compirà a luglio) impone alla società di trovare un sostituto per la porta nerazzurra (anche se non nell’immediatezza).
Il rendimento di Handanovic è andato di pari passo con la solidità della sua retroguardia. Ci sono state dei passaggi a vuoto, ma anche delle prestazioni in cui le sue parate sono risultate decisive (basti pensare agli scontri diretti contro Napoli e Milan).

L’andamento dei post-shot Expected Goal (da qui xG*), ci spiega come dopo un discreto inizio di stagione Handanovic subisse più reti di quanto fosse lecito attendersi dal modello statistico. In compenso il capitano nerazzurro ha alzato il livello di rendimento sul lungo periodo, dando un contributo non indifferente alla causa dell’Inter nel momento clou della stagione, periodo durante il quale la squadra ha raggiunto la vetta della classifica, mentre Handanovic è riuscito a far convergere l’andamento degli xG* con quello delle reti subite.
I feedback fornitici dalle statistiche sono certamente positivi, ciò unito alla maturità del progetto tecnico ha portato l’Inter in vetta alla classifica; a undici gare dalla fine del campionato i nerazzurri sono favoriti per la vittoria finale, anche se il tragitto può riservare amare sorprese con le rivali pronte a ritornare in corsa al primo passo falso.