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Le giocate più belle di Gennaio
4 Febbraio 2021

Le giocate più belle di Gennaio

Gabriele Raso

Un altro mese è andato in archivio e come ogni mese abbiamo selezionato per voi le giocate e le azioni più belle e che maggiormente ci hanno fatto sobbalzare.

La catena destra dell’Inter fa paura

Hakimi e Barella, di partita in partita, hanno migliorato la loro intesa al punto tale da garantire massima fluidità alla fascia destra nerazzurra. In questa situazione Hakimi salta Augello e crossa in area, ma la sua esecuzione viene respinta; dalla seconda palla che si genera Brozovic vince il duello aereo e serve Barella con un campanile; la palla scende lentamente e Jankto è reattivo ad uscire su Barella, che per non far perdere il ritmo all’azione riesegue il colpo di tacco sfoderato contro il Real Madrid; questa volta per anticipare il ritorno di Jankto è costretto a forzare i tempi e saltando esegue un tacco volante e come una gru aggancia il pallone sospeso in aria e lo riporta in area di rigore. La palla giunge a Sanchez che resiste spalle alla porta a Colley, si gira ed esegue una pausa propedeutica a far tornare Hakimi in gioco e soprattutto ad attrarre Augello. Una volta ordinata la disposizione offensiva, Sanchez serve Hakimi sulla corsa; il marocchino scatta come una molla, arriva sul fondo ed elude Augello con un tunnel. Il terzino Doriano si trasforma in una statua di sale, mentre Hakimi lo supera quasi attraversandone il corpo e solo la diagonale di Thorsby evita guai peggiori.

L’assolo di Lautaro Martinez

L’istintività di Lautaro Martinez è sia un punto di forza che di debolezza della punta argentina. Il 10 nerazzurro cerca spesso la giocata controintuitiva per ingannare il diretto avversario: molto spesso la sua scelta risulta facilmente contenibile, ma quando riesce ad avere la meglio sull’avversario diventa una risorsa preziosissima per l’Inter. In questa azione riceve la spizzata di De Vrij, Lautaro è abilissimo a coprire col corpo il recupero di Thorsby e fa sfilare la sfera per mettersi fronte alla porta. L’argentino conduce palla fino al lato corto dell’area di rigore e finisce per isolarsi in un due contro uno; in questo caso è abilissimo a capire lo spazio a disposizione leggendo la postura del corpo di Augello (che prova a chiudergli il fondo) e Thorsby che si è staccato: Lautaro passa in mezzo a due, come se passasse da una porta scorrevole, riesce ad aprirsi il campo e ad anticipare il ritorno di Colley calciando in scivolata con la punta, la rapidità dell’esecuzione prende quasi in controtempo Audero sul primo palo che respinge in angolo col petto.

reverse angle

Shakaku O’Neal

Nella narrazione di Lukaku più di un giornalista lo ha paragonato a Shaquille O’Neal, non solo per una struttura fisica simile (fatte le dovute proporzioni tra Calcio e Basket) o per la grande empatia con l’ambiente o la leadership, ma anche perché il belga è un giocatore con un fisico robusto e pesante che si muove con un’agilità sorprendente, ha un corpo da punta ma sa giocare in supporto del compagno di reparto. In questo caso chiama il passaggio di Vidal e frappone il corpo tra lui e Mancini, rallenta la traiettoria della palla col destro e si lancia in conduzione col mancino sfruttando lo spazio tra Mancini e Karsdorp, poco reattivi a coprire la profondità, che infatti non riescono a contenerlo. Lukaku entra in area e serve l’accorrente Lautaro, che da buona posizione spreca.

La staffetta nerazzurra

In un’intervista del 2017 Conte ammise di non allenare le situazioni di contropiede. L’affermazione di Conte può sembrare strana, soprattutto per un allenatore che è solito impostare un sistema di gioco codificato nei minimi dettagli. La scelta di Conte non è però biasimabile, anzi è condivisa da molti allenatori di prima fascia. La situazione di contropiede che i giocatori si trovano ad affrontare in partita è difficilmente replicabile nel corso di un allenamento per una serie di ragioni: non si può sapere con precisione in quale zona del campo si riuscirà a recuperare la palla durante la partita, così come non si può sapere né quanti compagni saranno sopra o sotto palla, né quanto gli avversari possono essere sbilanciati, senza dimenticare la variabile della stanchezza che può subentrare nel corso della partita. Per quel che riguarda le squadre di Conte va però fatto presente che l’esercizio dei pattern di gioco fa sì che i giocatori possano avere dei riferimenti sui quali appoggiarsi, delle linee di passaggio da percorrere e movimenti da eseguire per supportare l’azione. In questo caso l’Inter recupera palla nella sua area di rigore, con un intercetto di Brozovic, la palla giunge sul petto di Barella, che fa rimbalzare il pallone a terra per attrarre la riaggressione romanista e consentire ad Hakimi di smarcarsi dietro la linea di pressione. Barella alza palla quasi alla cieca e riesce a servire sulla corsa Hakimi in fascia. Il controllo del marocchino è lungo, ma è utile per superare in velocità la marcatura preventiva di Veretout, ma soprattutto per attrarre fuori posizione Ibanez che abbandona Lukaku per uscire aggressivo sull’avanzata di Hakimi, ma la sua uscita viene vanificata dal tocco di Hakimi che riesce a raggiungere Lukaku esponendo ulteriormente la Roma. Lukaku, una volta ricevuta palla può entrare dentro al campo lasciando la fascia libera per la sovrapposizione di Hakimi, il quale viene servito al limite dell’area, con il pallone che non è altro che il testimone della staffetta nerazzurra, in grado di portare la palla dalla sua area di rigore all’area di rigore avversaria in appena 10 secondi.

La tranquillità di Bastoni

Alessandro Bastoni più volte ha mostrato come sia un difensore estremamente a suo agio col pallone tra i piedi e molto sicuro nel gestire il possesso. In questa azione Vidal perfezione l’intercetto girando palla indietro, il tocco di Vidal recapita un pallone non semplicissimo, sia perché il pallone rimbalza più volte sul terreno, ma anche perché Morata esce sul centrale nerazzurro per sfruttarne una possibile esitazione. La giocata che esegue Bastoni è ad elevato coefficiente di difficoltà, ma la sua bravura consiste nel farla sembrare estremamente facile. Bastoni potrebbe lanciare la palla, ma preferisce conservare il possesso assecondando la traiettoria del pallone, per eseguire un controllo orientato quasi casuale; anziché servire Handanovic controlla la palla con la suola del piede sinistro, mandando a vuoto Ronaldo. Il suo tocco non è particolarmente pulito ed innesca il pressing juventino, costringendo Bastoni a ruotare su se stesso per non perdere il possesso del pallone. Finta il passaggio per Barella con l’interno del piede e con l’esterno mancino evita il recupero di Morata, ma finisce nella zona presidiata da Ramsey e Rabiot che marcano l’appoggio su Brozovic; la pressione juventina non è né intensa né ben coordinata, i bianconeri non coprono infatti la linea di passaggio bianconera, che viene percorsa da Bastoni; un passaggio semplice che però disordina la struttura difensiva dei bianconeri.

Romeille O’Neal

Quando Lukaku può giocare fronte alla porta diventa una valanga che travolge qualsiasi avversario che intralcia il suo cammino, nella gara contro la Juventus il belga ha vinto il duello con la difesa avversario eseguendo 5 dribbling sui 6 tentati. L’azione parte da una conduzione di Bastoni mal controllata dalla difesa bianconera, che non riesce né a recuperare palla, né a ridurne le linee di passaggio; la sicurezza con cui Bastoni conduce palla tenendo la testa alta è disarmante tanto quanto il suo filtrante per Lukaku che taglia fuori 4 uomini avversari con un passaggio diagonale. Chiellini prova a intercettare il pallone, ma il suo intervento viene reso vano dal controllo orientato di Lukaku che mette la gamba destra come perno per far scorrere la palla per poi controllarla con la suola del piede sinistro, con un movimento di tale eleganza e agilità che pare non appartenere al corpulente attaccante nerazzurro. Il controllo di Lukaku non è però particolarmente pulito, la palla gli si allontana e favorisce la diagonale di Frabotta. A quel punto Lukaku per anticipare l’avversario scivola sul terreno e in tackle recupera il pallone, il rimpallo che ne scaturisce favorisce il belga che può involarsi verso la porta, ma il controllo impreciso e il tackle su Frabotta favoriscono il recupero di Chiellini che esegue una scivolata al limite dell’area di rigore con perfetta scelta di tempo, servendo Lautaro che arpiona il pallone, ma calcia a lato.

Il tackle scivolato di Brozovic

Nella gara di Udine l’Inter ha cercato con maggiore frequenza, rispetto alle ultime uscite stagionali, di recuperare il pallone nella metà campo avversaria, pressando la prima costruzione friulana, con le punte sui centrali di difesa avversari, con l’uscita di Vidal sul terzo centrale e con Brozovic che si alzava su Arslan. In quest’azione Barella perde un pallone sulla trequarti; Arslan intercetta il pallone prova a guidare la transizione friulana conducendo palla. Brozovic inizialmente occupa la linea di passaggio verso De Paul e concede ad Arslan lo spazio per avanzare; il mediano friulano continua nella sua conduzione spostando palla sulla sinistra per servire il movimento di Zeegelaar, a quel punto Brozovic allunga la falcata per arpionare il pallone in scivolata con il piede sinistro, come una transenna che impedisce il passaggio. L’intervento di Brozovic consente così all’Inter di poter contrattaccare la difesa avversaria disorganizzata.

Sanchez mette K.O. Kjaer

Alexis Sanchez è il dodicesimo uomo della rosa nerazzurra, in gare come il derby di Coppa Italia il cileno può garantire un apporto rilevante di esperienza e di capacità tecnica, oltre che di fantasia allo sviluppo del gioco nerazzurro; qualità che nella narrazione mainstream viene chiamata personalità. In questa azione Sanchez esegue un taglio interno-esterno per ricevere il passaggio di Darmian portandosi dietro Kjaer. L’aggressività del centrale milanista costringe Sanchez a dover controllare il pallone spalle alla porta a pochi centimetri dalla linea laterale. Sanchez con un controllo estremamente pulito d’esterno riesce ad addomesticare la palla e a frapporre il corpo tra palla e difensore, ma in una simile situazione il massimo che può ricavare è una rimessa laterale per far salire la squadra. L’intuizione di Sanchez è però geniale, con il tacco fa passare la palla alla destra di Kjaer, mentre il cileno percorre la traccia alla sinistra del centrale danese, provando a contendere il possesso in velocità. Kjaer riesce ad anticipare la corsa all’indietro, ma non riesce a contenere la velocità di Sanchez e per arrivare primo sul pallone tenta la scivolata, ma Sanchez è più lesto e lo anticipa a pochi passi dall’area di rigore. Kjaer a quel punto frana su Sanchez commettendo fallo.

Lautaro Martinez e i suoi controlli orientati

Nella gara casalinga contro il Benevento il Benevento non è mai arrivato al tiro, a testimonianza della ritrovata solidità nerazzurra dopo un’inizio stagione in cui la squadra concedeva goal molto facilmente. In questa situazione l’Inter recupera una seconda palla sulla sua trequarti, ma il passaggio di Ranocchia viene intercettato da Ionita; il controllo del moldavo non è però pulito e favorisce l’intervento di Bastoni che di prima serve Lautaro Martinez, che va incontro al pallone; l’argentino pianta la gamba sinistra sul terreno, fa passare la palla sotto al corpo e col piede destro la sposta, togliendola dalla disponibilità di Glik. Il movimento di Lautaro è rapido e prende in controtempo il centrale avversario, evita il contatto fisico contro un avversario più forte fisicamente e riesce ad aprirsi il campo alla conduzione, arrivando anche alla conclusione da centro area.

Ancora Bastoni

Alessandro Bastoni è ormai un habitué di questa rubrica, le sue conduzione e la sua accuratezza nell’esecuzione dei passaggi nel lungo erano anche stato oggetto di analisi di un nostro articolo. Nella sfida contro il Benevento, Bastoni riceve un passaggio orizzontale di Skriniar, passaggio che innesca l’uscita in pressione di Ionita; la pressione del moldavo è portata con un angolo di pressione errato e consente a Bastoni di condurre con l’esterno sinistro entrando dentro al campo. la conduzione di Bastoni è pulita e molto sicura, Caprari non riesce ad intervenire ed apre il centro del campo a Bastoni. L’avanzata del centrale nerazzurro non viene contrastata da nessun centrocampista del Benevento. Bastoni ha tutto lo spazio e il tempo per alzare la testa, vedere il movimento di Hakimi ad attaccare la profondità dietro al terzino avversario. Bastoni serve il compagno tagliando due linee di pressione avversaria e riesce a mettere Hakimi in condizione di crossare dal fondo. Purtroppo la successiva esecuzione di Hakimi non è al livello della giocata di Bastoni, nonostante il suo cross sballato per poco non entra nello specchio di porta cogliendo di sorpresa Montipò

Gabriele Raso

→ Gabriele Raso

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