Il declino di Handanovic
Al minuto 86 di Roma-Inter, i nerazzurri conducono per 1-2 e provano a gestire gli ultimi minuti di gara difendendo compatti vicino alla propria porta, un atteggiamento passivo che consente alla Roma di portare tanti uomini a ridosso dell’area di rigore nerazzurra, senza che l’Inter riesca a risalire il campo. Da un calcio d’angolo originatosi da una parata di Handanovic su Mancini e poi perfezionato dalla spazzata di Kolarov, la Roma rimette subito in gioco il pallone con un corner corto, in modo da muovere la difesa interista, provando a generare un 2 contro 1 con Brozovic. Il cross di Villar è direzionato a centro area, dove Mancini in torsione riesce ad anticipare Skriniar. Il colpo di testa del centrale giallorosso si insacca sul palo lungo e lascia impietrito Handanovic che nemmeno prova l’intervento, come successo anche in occasione del goal dell’1-0 ad opera di Pellegrini. La Roma trova il pari e ferma l’Inter sul 2-2.

Tra i tanti colpevoli del passo falso nerazzurro i tifosi individuano Handanovic, reo di non essersi tuffato in occasione delle due reti. Non è la prima volta che Handanovic non tenta la parata sulla conclusione di un avversario ben angolata e abbastanza potente, anzi su questo aspetto i suoi detrattori si sono sempre aggrappati, nonostante quasi sempre di trattasse di conclusioni ai limiti delle capacità umane. Purtroppo i mancati tuffi contro la Roma hanno anche scatenato l’ironia del web, oltre che i soliti commenti mediocri di tanti tifosi che paragonano Handanovic ad una sedia.
Samir Handanovic, giunto alla sua nona stagione in nerazzurro, sta vivendo probabilmente la sua peggior stagione da quando è a Milano e l’avanzare dell’età è certamente un fattore da tenere in considerazione, per un portiere che a luglio compirà 37 anni e che presumibilmente può trovarsi nella fase calante della sua carriera. In questi casi, però molto spesso l’atteggiamento del pubblico e dei media rende ancor più complicato per il giocatore gestire una fase complessa della propria carriera, in quanto l’errore viene evidenziato e portato a sostegno della tesi che il giocatore non stia rendendo secondo i suoi standard, mentre le buone prestazioni o gli interventi utili alla squadra vengono bollati come episodici o peggio come se fossero la normalità.
Nell’analizzare le prestazioni di Handanovic le statistiche possono certamente aiutarci ad integrare la percezione delle prestazioni portiere sloveno, apprezzarne la forza e comprenderne a pieno il declino, ma anche l’evoluzione del giocatore e l’importanza nell’Inter attuale; il tutto sia in relazione ai colleghi di reparto, sia a confronto con le annate precedenti dello stesso Handanovic. Si presterà attenzione alla sua importanza nella prima costruzione, dote ormai essenziale per i portieri e non più un extra da aggiungere al curriculum, oltre che della difesa della porta, attività tipica del portiere, analizzata sia attraverso l’analisi dei dati quantitativi, ma anche dei dati qualitativi come Expected Goal e post-shot Expected Goal.
Il gioco coi piedi
Già nel corso del 2018 Handanovic veniva considerato un asset della società pronto alla dismissione, i 34 anni cominciavano a farsi sentire e nonostante un buon rendimento tra i pali la principale la principale accusa veniva mossa ad Handanovic era la scarsa confidenza nel gioco coi piedi che lo faceva apparire ormai obsoleto, un portiere d’altri tempi a confronto della nuova generazione di portieri quali Alisson, Ederson o Ter Stegen, in grado di mandare in porta un compagno direttamente dalla loro area di rigore. Handanovic nella stagione 2017-18 non era particolarmente coinvolto nella prima costruzione, i compagni si appoggiavano a lui solo 12,8 volte ogni 90 minuti, la sua poca sicurezza coi piedi la si può leggere anche per quanto riguarda il ridotto numero di passaggi eseguiti sotto pressione (solo 2,53 p90, dato più basso delle ultime 4 stagioni), ma anche nelle scelte di gioco infatti era maggiormente propenso a lanciare pur di correre qualche rischio in meno, infatti la sua distribuzione di gioco in open-play era composta per il 29,96% da lanci (passaggi lunghi da 32 metri in su), pur mostrando una buona sensibilità nel gioco lungo (52% di precisione, quarto miglior portiere del campionato per accuratezza nel gioco lungo), una peculiarità decisamente rivedibile per una squadra che cercava di spostare la prima costruzione sempre più indietro.
Nel corso della stagione 2018-19 si è assistito ad una metamorfosi del portiere sloveno: sono aumentati i passaggi ricevuti dai compagni (passati da 12,8 della stagione precedenti ai 15,8 della stagione successiva e costantemente in aumento fino alla stagione in corso, durante la quale è destinatario di ben 19,4 passaggi ogni 90 minuti), così come sono aumentati il numero di passaggi sotto pressione (saliti a 2,97); inoltre anche la percentuale di lanci si è scesa al 22,45%, anche se si è ridotta la percentuale di precisione passata dal 52% della stagione precedente al 47,8% del 2018-19 (percentuale comunque elevata dato che Handanovic è stato il terzo portiere più preciso nel fondamentale dietro a Szczesny col 53,1% e Donnarumma col 52,5%).

Sicuramente i sensibili miglioramenti di Handanovic nel giocare coi piedi hanno fatto sì che l’Inter ad oggi sia una delle squadre che maggiormente costruisce l’azione dal basso in maniera ragionata cercando di non buttar via la palla; non a caso, soprattutto nel calcio post-Covid fatto di partite a porte chiuse, capita spesso di sentirlo che richiamare i compagni per avere il giusto scaglionamento. Col cambio di regolamento, a partire dalla stagione 2019-20, è diventato ancor più importante il ruolo del portiere nella costruzione arretrata, Handanovic ha, nell’ultima stagione e mezza, dimezzato la percentuale di calci di rinvio lunghi. Inoltre, con la possibilità di attrarre ancor di più il pressing avversario è ulteriormente importante avere dei primi costruttori in grado di lanciare lungo sui giocatori più avanzati, soprattutto quando l’avversario accetta la parità numerica dietro.
La stagione 2019-20 ha assecondato la sua evoluzione come portiere di costruzione grazie anche all’arrivo di Antonio Conte, che mira sin dalla prima costruzione ad attrarre il pressing avversario per aggirarlo e sprigionare l’indole verticale della squadra in campo aperto nella metà campo avversaria. La scorsa stagione Handanovic ha raggiunto il suo prime come portiere in costruzione; ha infatti aumentato il numero di passaggi corti (tra 3,65 e 11.88 metri) raggiungendo una precisione del 100%, ha aumentato il numero di passaggi medi (tra 11,89 e 24,68 metri) raggiungendo una precisione del 99,6% (miglior dato in carriera), inoltre anche la percentuale di lanci in open-play è calato al 22% ed ha raggiunto il massimo livello di precisione con un 52,1% di accuratezza dei lanci (seconda miglior prestazione nella stagione 2019-20 dietro al solo Szczesny).

Nell’ultima stagione Handanovic si sta dimostrando un giocatore molto importante per la prima costruzione, è sempre più coinvolto nel possesso arretrato e sempre più a suo agio col pallone tra i piedi e oltre che la qualità del suo possesso, infatti col suo possesso contribuisce alla generazione di 0,21xG p90 (secondo la metrica degli Expected Goal Buid-up, che in questa stagione ha raggiunto il suo valore più elevato) in particolare sono aumentati il numero di passaggi eseguiti sotto pressione (3,33 p90) a testimonianza non solo di una maggiore sicurezza, ma anche di un’attenzione da parte dell’avversario nel limitarne le scelte di gioco. Handanovic in questa stagione ha ridotto anche il numero dei lanci eseguiti (16,9% della sua distribuzione di gioco), probabilmente per via di una minore precisione scesa drasticamente al 44,5% (12esima miglior prestazione tra i portieri titolari della Serie A). La minore accuratezza in un fondamentale in cui Handanovic era migliorato negli ultimi anni può certamente essere un sintomo del declino del capitano nerazzurro. Handanovic nella costruzione arretrata ha tutt’ora una certa influenza, ma l’abbassamento della precisione sia nei passaggi medi, ma soprattutto sui lanci è certamente un aspetto che può limitare l’Inter contro avversari che pressano con tanti uomini la costruzione nerazzurra, in quanto il lancio lungo può essere un’arma meno efficace.

Handanovic nel giro di pochi anni è riuscito ad affermarsi come uno dei migliori portieri nel gioco coi piedi in Italia, è sicuramente un interprete moderno del ruolo, anche se non al livello dei migliori portieri ad oggi in circolazione, che salgono sulla prima linea di costruzione o che riescono a mandare in porta un compagno e fanno registrare uno o due assist a campionato, quanto più un portiere che organizza la prima costruzione, garantisce una linea di passaggio pulita e sappia servire coi giusti tempi i compagni.
La difesa della porta
Se fino a qualche anno fa Handanovic veniva considerato un portiere anacronistico, abile tra i pali e carente nel gioco coi piedi, dote tipica del portiere moderno, oggi la percezione si è quasi ribaltata, al punto tale che alcuni tifosi particolarmente enfatici lo hanno bollato come “sedia”, aggettivo certamente ingeneroso per un portiere che comunque nonostante l’avanzare dell’età, negli ultimi hanno è stato tra i migliori portieri per rendimento, che ha aggiornato il suo stile di gioco e che nonostante una stagione non particolarmente positiva non è certamente un portiere inaffidabile. Ovviamente il rendimento di Handanovic, che ormai si trova nella fase calante, non può passare inosservato, vuoi perché negli anni più bui della storia recente nerazzurra è stato uno dei pochi a fare la differenza in positivo, vuoi perché al prime di carriera è stato certamente uno dei migliori portieri al mondo e mai come questa stagione pare così lontano dalla migliore versione di sé stesso.
In questa stagione Handanovic sta mettendo a referto 2,33 parate ogni 90 minuti, facendo registrare in questa voce statistica la 16esima performance della Serie A tra i 20 portieri titolari. Questo dato è però molto meno indicativo di quanto non possa sembrare, soprattutto perché non tutte le squadre subiscono lo stesso numero di tiri, basti pensare che l’Inter è la quarta squadra in Serie A per tiri concessi (solo 3 squadre in tutto il campionato concedono meno tiri dei nerazzurri) e tiri in porta subiti.

Un dato già più affidabile è quello relativo alla percentuale di parate, che ci dà già un’indicazione migliore sulla capacità del portiere di proteggere la propria porta dai tiri avversari. In questa stagione, tra i portieri con almeno 800 minuti disputati Handanovic è decimo per percentuale di parate con un dato del 67,7%. Se si analizza l’ultimo quadriennio di Handanovic per percentuale di parate si può notare come dal 2017-18 in poi la percentuale sia via via scemata, così come la posizione in questa speciale classifica che è passata dal 5° posto del 2017-18 con una percentuale del 76,5% al 67,7% della stagione in corso.

7° nel 2018-19 tra i portieri con almeno 1.000′ disputati in Serie A
9° nel 2019-20 tra i portieri con almeno 1.000′ disputati in Serie A
10° nel 2020-21 tra i portieri con almeno 800′ disputati in Serie A
Il dato relativo alla percentuale è un dato meno fallace delle parate eseguite ogni 90 minuti, ma è un dato quantitativo, che considera il tiro avversario, ma non ne pesa né la probabilità che questi si trasformi in rete, né tantomeno il coefficiente di difficoltà a cui è chiamato il portiere.
Se si analizza gli Expected Goal subiti possiamo notare come l’Inter nelle prime 18 giornate di campionato abbia concesso agli avversari 22,3 xG dai quali gli avversari hanno ricavato 23 reti; una prestazione tutto sommato in linea con quanto concesso, forse non particolarmente esaltante per una squadra che lotta per il campionato, anche se ampiamente compensato dal miglior attacco del torneo. Questo dato fa dunque emergere un rapporto di conversione di poco superiore alla soglia critica di 1. In particolare la prestazione difensiva dell’Inter e anche di Handanovic può anche essere divisa in due momenti, infatti nelle prime giornate di campionato le difficoltà difensive dell’Inter e la mancanza di equilibrio tra la fase di possesso e non possesso ha fatto sì che l’Inter concedesse poche occasioni dal punto di vista quantitativo, ma di facile conversione per l’avversario di turno: non a caso il tasso di conversione delle avversarie dell’Inter nelle prime 8 giornate di campionato è stato di 1,18; col ritorno al 3-5-2 l’Inter ha concesso più occasioni dal punto di vista quantitativo, ma è riuscita a contrastare meglio gli avversari e nelle ultime 10 giornate il tasso di conversione avversario è sceso a 0,88.

Gli Expected Goal (xG) sono però una metrica molto limitata nel valutare la prestazione di un portiere, per due ragioni: la prima è che gli Expected Goal considerano anche i tiri che non giungono in porta (siano essi respinti, finiscano fuori o colpiscano il palo o la traversa), la seconda è che il coefficiente Expected Goal indica la probabilità che un determinato tiro diventi goal, che non necessariamente coincide con il coefficiente di difficoltà del portiere (un esempio molto facile può essere quello di un tiro da fuori area, un’occasione solitamente dal basso coefficiente xG, ma che se indirizzato all’incrocio dei pali chiama il portiere ad un intervento molto più complesso rispetto alla pericolosità indicata dal modello Expected Goal). Per superare questa criticità StatsBomb ha elaborata una metrica sui goal attesi che tenga conto del coefficiente di difficoltà del tiro per il portiere che lo deve fronteggiare, pertanto si parlerà di post-shot Expected Goal (xG*); questa metrica tiene conto di ciò che avviene dopo il tiro (in quale punto dello specchio della porta è diretta la palla, la potenza del tiro, la traiettoria, etc.), oltre a considerare solo i tiri che sono diretti verso la porta.
In questa stagione ha subito 21 post-shot Expected Goal, dai quali ha subito 23 reti. Handanovic in questa prima parte di stagione ha fatto dunque registrare un’under-performance. L’efficacia di Handanovic è sotto la soglia critica di 1 (attualmente 0,91), pertanto la sua efficacia tra i pali è inferiore alle attese del modello; tra i portieri titolari della Serie A al momento Handanovic è il 13esimo in questa metrica.

Se si analizza lo storico delle prestazioni di Handanovic dalla stagione 2017-18, si può notare come la sua efficacia tra i pali e le sue performance siano calate di anno in anno, col picco negativo di quest’anno (prima stagione in cui la sua performance è inferiore alle attese del modello). Questo dato ancora una volta conferma come Handanovic sia nella fase calante della sua carriera e che questa fase sia cominciata nel 2018-19 (nonostante in quella stagione sia stato premiato come miglior portiere della Serie A), si sia aggravato la scorsa stagione e stia proseguendo quest’anno.

La contrazione di ricavi dovuta alla pandemia ha certamente limitato l’Inter nella ricerca di un sostituto di Handanovic e il ritorno di Radu è stato più che altro una soluzione low-cost, che però non ha sopperito al problema, dato che Radu è ancora fermo a 0 minuti disputati in questa stagione, sintomo che il portiere rumeno scuola Inter difficilmente potrebbe garantire un livello di prestazione migliore rispetto a quello del titolare (probabilmente non tanto sulla singola partita, quanto sul medio-lungo periodo e molto probabilmente verrebbe impiegato solo in caso di indisponibilità di Handanovic), oltre al fatto che l’intesa tra portiere e difensori è un aspetto tanto importante quanto sottovalutato (come ad esempio sulle uscite in caso di cross o calci d’angolo, oltre che di disposizione e movimenti in prima costruzione).
Handanovic ha dunque riscattato un inizio di stagione complicato (soprattutto nelle gare contro Napoli e Juventus), ma è lontano dai suoi picchi di forma; non è da escludere che riesca a raggiungere un livello di performance normale, ma pare molto improbabile che riesca a generare un’importante over-performance tale da confermarsi come uno dei migliori portieri del campionato. Appare dunque evidente l’Inter già nel breve periodo è chiamata a sostituire il suo numero 1, che ha condotto la squadra negli anni più bui, senza riuscire a vincere quanto un giocatore del suo talento avrebbe meritato.