Giocatore di novembre: Nicolò Barella
Novembre 2020 verrà ricordato come un mese piuttosto ominoso per quello che è il proseguimento di una stagione che per tante ragioni è partita col piede sbagliato. Forse il momento più difficile da gestire da quando Antonio Conte è alla guida dell’Inter. Tanto da spargere insistenti rumors su un suo possibile esonero a stagione in corso. La doppia sconfitta col Real Madrid sembrava aver compromesso il cammino dei Nerazzurri nella massima competizione europea. Il pareggio con l’Atalanta confermava le ennesime difficoltà nel fare risultato, dopo i pareggi con Lazio e Parma e la cocente sconfitta col Milan dei mesi precedenti. Complicando una classifica che (disattendendo i pronostici) non ammette ulteriori passi falsi, se veramente i ragazzi di Antonio Conte vorranno ambire alla vittoria finale del torneo. L’inversione di tendenza è arrivata con la rimonta rocambolesca ai danni del Torino, che a 25’ dal termine era in vantaggio di due goal. Vittoria netta guardando al risultato, ma non molto convincente sotto il profilo dell’espressione del gioco e la tenuta mentale. L’unico match di novembre in cui l’Inter ha veramente dato segnali confortanti è stato lo 0-3 contro il Sassuolo. Considerate queste brutte prestazioni era difficile esprimersi su quale potesse essere il miglior giocatore del mese. Dunque a maggior ragione vi ringraziamo per aver dedicato del tempo e dei pensieri al sondaggio che vi abbiamo proposto. La vostra scelta ha premiato Niccolò Barella.

Duttilità, maturità posizionale e copertura del campo
Niccolò ha disputato tutte e cinque le partite di novembre, oltre ad aver risposto alla chiamata in azzurro del CT Mancini (giocando titolare sia contro Bosnia Erzegovina che Polonia gare valevoli per la Nations League). Tanti impegni ravvicinati per un tour de force obbligato anche dalle numerose defezioni a centrocampo dovute ad infortuni e positività Covid. Ma nonostante il ritmo incessante con cui è stato impiegato (giocando in media ogni 3-4 giorni) il suo rendimento è rimasto costante.

Il classe ’97 è la pedina ideale di un centrocampo tendenzialmente fluido (posizionalmente) come quello dell’Inter di Conte, potendo ricoprire ogni posizione senza che le sue performance ne risentano. Il tecnico salentino, in questo avvio di stagione, ha variato spartito tattico (ed interpreti) a seconda di necessità e caratteristiche degli avversari. Talvolta invertendo il vertice del centrocampo (anche se nelle ultime uscite sembra essere tornato in pianta stabile al 3-5-2). La notevole duttilità ha permesso a Barella di coprire dignitosamente anche lo slot di regista davanti la difesa nella gara contro il Sassuolo (in luogo dell’indisponibile Brozovic).

Il gioco di Antonio Conte prevede dei movimenti codificati ed una marcata consapevolezza posizionale richiesta agli interpreti per eseguire i vari compiti che si alternano durante le fasi del possesso. Il tecnico salentino col 3-5-2 ricorre allo svuotamento del centro da parte degli interni di centrocampo al fine di liberare spazi di ricezione verticali per le due punte. In quel contesto (quando Barella gioca da mezzala) è chiamato sia ad offrire opzioni di passaggio alle spalle della prima linea di pressione avversaria, che al raccordo tra reparto arretrato ed avanzato. Per poi dover ripiegare rapidamente durante le transizioni negative, per un dispendio fisico enorme. Da questo punto di vista non stupisce che il giocatore sardo venga spesso preferito ad Eriksen per la sua capacità di coprire zone di campo molto vaste.

Pressing ed anima verticale
Barella è molto diligente nel pressing, facendosi trovare sempre nella giusta posizione prima che l’avversario da marcare riceva il pallone. E’ molto aggressivo nelle marcature e spesso ingaggia duelli avendo la meglio sugli avversari (anche in situazioni di inferiorità numerica). La velocità di pensiero nelle letture difensive e l’esplosività che ha nelle gambe gli consentono spesso di intercettare passaggi e riconquistare il possesso.

Non è un caso se Barella da 18,4 azioni di pressione effettuate p90 ha conquistato il possesso 6,18 volte p90, per un’efficacia del 33,6% (dati FBREF.com). Dato che lo posiziona al decimo posto tra i centrocampisti più efficaci in pressione, tra quelli che hanno disputato almeno 360 minuti. Tra le fila Nerazzurre spicca anche per l’abilità di far avanzare la squadra grazie ai suoi passaggi. Nei primi 1106’ giocati di questa stagione (tra campionato e Champions League) ha effettuato 9,8 passaggi progressivi p90 per un totale di 307 metri di avanzamento medio ogni 90’ (FBREF.com). Un valore di alto livello. Va da sé che le sue prestazioni per una squadra come l’Inter che basa il suo gioco sulla rapida riconquista del possesso e verticalizzazioni immediate garantiscono un contributo decisivo alla sostenibilità del sistema.

Influenza nell’ultimo terzo di campo
Alle proverbiali doti di recupera-palloni tutto agonismo e polmoni si aggiunge un’influenza nell’ultimo terzo di campo che ancora gli mancava per poter esser definito a pieno titolo un centrocampista totale. A conforto della nostra opinione citiamo qualche dato riguardante i miglioramenti del suo apporto offensivo nelle partite di Serie A:
-Understat rileva un aumento del valore degli xA90 (expected assist per 90’) passato da 0.09 (19/20) a 0.23 (20/21).
-FBREF registra un incremento dei SCA90 (ossia circostanze come passaggi, dribbling, falli subiti da un calciatore da cui è scaturito un tiro ogni 90 minuti di gioco) pari a 2,76 p90 in ogni competizione (vs 2,6 del 19-20).
– Barella ha già fornito 5 assist ai propri compagni (in tutte le competizioni) eguagliando il record della passata stagione con tre quarti di quella corrente ancora da giocare.
-Effettua 3,03 passaggi in area di rigore p90 (4° in Serie A dietro a Papu Gomez, Luis Alberto e Berardi, tra i giocatori con almeno 360′ disputati).
Chi pensa che Barella sia semplicemente un ottimo gregario dovrà ricredersi.
Miglior centrocampista italiano
Nonostante nella passata stagione abbia gradualmente conquistato l’inamovibilità dall’undici di Antonio Conte e guadagnato la titolarità nella nazionale di Roberto Mancini, non gli veniva ancora del tutto riconosciuto quell’impatto sui match tipico dei calciatori qualitativi. Se non quella grande mole di lavoro che generosamente si è sempre sobbarcato a sostegno dei compagni. Ma in questa stagione balzano agli occhi dei miglioramenti tali da avergli fatto guadagnare lo status di miglior centrocampista italiano (sensazione confermata dagli addetti ai lavori), mettendo in mostra gesti di tecnici di pregevole fattura, finalizzati allo sviluppo delle varie fasi di gioco a cui prende parte. Ma anche discernimento tattico unito a consapevolezza posizionale ed un vasto repertorio di colpi da cui attingere per risolvere le situazioni di gioco più intricate. L’età è dalla sua e pensiamo che i margini di crescita siano ancora tutti da scoprire.

Perché lo premiamo?
Statistiche a parte Barella col suo spirito di sacrificio e disciplina rappresenta all’interno di questo gruppo un trascinatore morale oltre che tecnico. Il suo aiuto è stato fondamentale per mantenere a galla il barcone Nerazzurro nella tempesta di una crisi di risultati che poteva compromettere la stagione intera. Quando gli eventi girano a favore ed i risultati arrivano è relativamente facile fare bene. Ma Niccolò ha dimostrato a 23 anni di esserci con la testa e con le gambe anche quando tutto girava storto. Questi sono i calciatori che fanno la differenza tra buone annate ed annate gloriose. Senza fare paragoni con le leggende del passato Nerazzurro, siamo certi di essere di fronte ad un gioiello del calcio italiano che darà tante soddisfazioni ai tifosi interisti negli anni a venire.