Cosa dicono le statistiche sull’Inter?
Abbiamo utilizzato le statistiche avanzate per tracciare un primo giudizio sull’Inter e cosa bisogna attendersi dalla squadra di Conte
Nel post-partita di Atalanta-Inter Antonio Conte ha affermato che la squadra in questo inizio di campionato ha fatto registrare l’indice di pericolosità offensiva più elevato del campionato, ponendo l’accento sulla mancata conversione delle occasioni create. Non è la prima volte che Conte rilascia simili dichiarazioni, già alla ripresa del campionato a seguito del lockdown, dopo la gara di Verona, aveva fatto presente le buone performance offensive della squadra, chiamando in causa l’indice di pericolosità. Queste dichiarazioni di Conte testimoniano come il tecnico leccese presti particolare attenzione alla raccolta dei dati e che addirittura li menzioni espressamente nelle sue dichiarazioni, cosa molto rara nella narrazione del nostro calcio soprattutto da parte degli addetti ai lavori.
Il “tabù” delle statistiche, soprattutto di quelle avanzate, è riconducibile alla scarsa conoscenza di questi strumenti da parte di tanti giornalisti che si riflette sull’utente calcistico medio, il quale spesso è portato a considerare le statistiche come un alibi utilizzato dal tecnico di turno per giustificare gli insuccessi della squadra. La realtà è ben diversa, le statistiche servono agli staff tecnici per analizzare la gara non focalizzandosi esclusivamente sul risultato, che in uno sport a basso punteggio come il calcio può essere ingannevole; analisi che servono per trarre conclusioni sul rendimento del singolo, del reparto o della squadra nel suo complesso. In alcuni casi l’analisi dei dati può risultare anche utile per comprendere i bisogni della squadra e su quali profili intervenire in sede di calciomercato; un simile approccio negli ultimi anni è stato portato avanti dal Liverpool.
La metrica di cui parla Conte è l’indice di pericolosità offensiva, sviluppato da Antonio Gagliardi (attuale collaborare tecnico di Pirlo alla Juventus e match analyst del settore squadre Nazionali) con il supporto di SICS, azienda di Bassano del Grappa che fornisce servizi alle società sportive (dati, ma anche software per lo staff tecnico, oltre ai numerosi corsi di formazione indetti). L’indice di pericolosità è associa a determinati eventi della partita un coefficiente specifico e in questo senso i principali eventi presi in considerazione sono: le occasioni da goal, le azioni promettenti, i cross, i tiri da dentro e fuori area, le punizioni centrali e laterali, i calci d’angolo e ovviamente i rigori. Su InterGeeks adottiamo una metrica differente, che si basa sempre su eventi, ma dà un maggiore focus sull’evento del tiro, il modello Expected Goal, del quale potete trovare una spiegazione cliccando qua.
Cosa ci dicono gli xG (dati Understat) sul campionato dell’Inter?
Il campionato è cominciato da sette giornate e il dato sugli xG risente dell’influenza del calendario, ma nonostante ciò può già fornire utili indicazioni, sulle quali possono innestarsi alcune riflessioni. Al momento l’Inter è la quarta squadra della Serie A per xG prodotti, ben 15,00, dietro alle sole Roma, Milan e Atalanta, mentre se si guarda al dato degli xG escludendo i rigori si può apprezzare come l’Inter sia seconda dietro alla Roma (l’Inter non ha ancora avuto rigori a favore). C’è poi da considerare che il dato complessivo è viziato dal fatto che due squadre abbiano disputato una gara in meno (Napoli e Juventus), ma pur considerando il dato medio per partita l’Inter non perde posizioni assestandosi su una media di 2,14 xG a partita (il valore degli xG e dei non-penalty xG è uguale). Il dato è certamente rilevante e molto positivo e, se confrontato con il dato dei goal, si può notare che l’Inter sia in overperformance, seppur lieve, di un goal: in sintesi secondo il modello xG era lecito attendersi che l’Inter realizzasse 15 reti, ma l’Inter ha fatto meglio delle attese realizzandone 16. Il dato relativo al rapporto Goal-xG stride con le dichiarazioni di Conte, dato che al momento l’Inter ha realizzato più reti rispetto alle attese.

Tuttavia se si prende in analisi il campione di partite disputate dall’Inter si può notare come l’overperformance attuale sia prevalentemente imputabile alla gara contro la Fiorentina, durante la quale sono state realizzate 4 reti a fronte di 1,70xG prodotti; nelle gare successive la conversione realizzativa è stata tutto sommato in linea con le attese generando piccole overperformance (contro Benevento, Lazio, Genoa e Atalanta), mentre nelle gare contro Milan e Parma, i goal realizzati si sono rivelati inferiori a quelli attesi dal modello xG.

In sostanza l’Inter è una squadra in grado di creare pericoli verso la porta avversaria, ma raramente è riuscita a capitalizzare a pieno le occasioni avute. Se si analizza il campione delle big chance prodotte (occasioni con un coefficiente xG superiore a 0,30 che sono solitamente occasioni con un più elevato tasso di conversione a rete) l’Inter ha convertito in rete solo 8 delle 19 big chance prodotte, a testimonianza di una scarsa conversione a rete di occasioni semplici (il 42%).
Expected Goal difensivi
Il modello xG nasce per analizzare la performance offensiva, ma può tornare utile anche per analizzare la prestazione difensiva, soprattutto in termini di occasioni concesse agli avversari. L’Inter è una delle squadre che concede meno tiri agli avversari in Serie A, (dato che può apparire paradossale se confrontato con le 11 reti concesse in sole 7 partite) ha finora concesso 8,5 xG agli avversari (quinto miglior dato della Serie A) e si si prende in considerazione il valore xG medio per tiro subito si può notare come i nerazzurri in media facciano registrare un valore xG pari a 0,144; ad esempio il Napoli, che ha concesso più o meno lo stesso numero di tiri (59 l’Inter, 51 il Napoli) conceda tiri dal valore xG medio di 0,077. In molte partite l’Inter pur concedendo poche occasioni (quantitativamente) all’avversario si è trovata a subire goal perché la qualità dell’occasione concessa era particolarmente elevata, come nelle gare contro Milan, Fiorentina, Benevento e Parma.

Le difficoltà difensive in questa prima fase della stagione si possono anche leggere dal numero di tiri respinti, infatti nei tre precedenti campionati il dato si era aggirato intorno al 25% (col picco nella scorsa stagione con una percentuale del 26,85%), mentre quest’anno solo il 13,55% dei tiri scagliati verso la porta di Handanovic sono stati respinti dai difendenti nerazzurri. Difensivamente l’Inter riesce a concedere poco, lo step successivo che la squadra dovrà fare per rendersi competitiva è quello di ridurre la qualità delle occasioni concesse oltre che dei tiri respinti.
Cammino Champions (dati Infogol)
Gli Expected Goal sono una metrica particolarmente affidabile quando il campione di partite diventa particolarmente ampio, l’affidabilità del modello viene poi minata ulteriormente soprattutto in una competizione come la Champions League, dove il risultato è fortemente condizionato dalla componente episodica e dal livello dei singoli giocatori molto più elevato rispetto ad un campionato nazionale.

Analizzare il girone di Champions per mezzo degli xG risulta particolarmente complesso: l’Inter, nonostante l’ultimo posto provvisorio nel girone, è la squadra che ha generato il maggior valore in termini di Expected Goal (6,15) dai quali ha ricavato la miseria di 4 reti, frutto anche delle 4 big chance non messe a segno (in particolare la gara contro lo Shaktar risulta un enorme rimpianto) e al momento è l’unica squadra del girone che sta realizzando un underperformance realizzativa. Anche i dati avanzati sulla fase di non possesso sono molto incoraggianti, l’Inter ha concesso solo 2,7 xG (anche qua miglior dato del girone), ma ha subito ben 5 reti (nonostante le sole 2 big chance concesse, escludendo il rigore causato da Vidal contro il ‘Gladbach). Non è assurdo dire che in queste prime tre gare di Champions l’Inter abbia raccolto molto di meno rispetto a quanto abbia “seminato”. Il dato relativo al cammino europeo può essere letto positivamente, in quanto la squadra al di là dei risultati ha prodotto tre eccellenti performance, dall’altro lato però la situazione nel girone è tutt’altro che agevole (anche se non del tutto compromessa) e l’andamento a cui si è assistito nelle prime tre gare di Champions potrebbe anche ripetersi per le ultime tre.
Considerazioni sui singoli
In questo inizio di stagione la squadra è stata trascinata, dal punto di vista realizzativo, dalle due punte titolari, che hanno finora realizzato 12 reti (7 Lukaku e 5 Lautaro). Pare quindi piuttosto evidente che le responsabilità realizzative ricadano sulle due punte, ma al tempo stesso appare necessario che anche altri giocatori riescano a contribuire, soprattutto gli esterni e i centrocampisti. Al momento Hakimi e Barella, che sono rispettivamente l’esterno e il centrocampista più utilizzati da Conte hanno realizzato una sola rete a fronte di oltre 2 xG (1,67 Hakimi e 0,90 Barella), anche un giocatore come Vidal si è rivelato stranamente poco freddo sotto porta, infatti nonostante gli 1,95 xG generati il cileno è ancora a secco di goal, con due big chance cestinate sulla coscienza (Parma e Atalanta).

Certamente una maggiore freddezza degli altri giocatori offensivi sotto porta può giovare all’Inter, soprattutto in ottica di realizzare il primo goal e di chiudere la partita nei momenti chiave. In conclusione le statistiche avanzate parlano di un’Inter che è sulla buona strada, soprattutto per ciò che concerne la pericolosità offensiva e la quantità di occasioni concesse, ma che è chiamata ad effettuare un ulteriore step in termini di finalizzazione e di qualità delle occasioni concesse per superare il girone e imporsi al vertice del campionato.