Cosa aspettarsi da Pinamonti
Nel corso dell’estate del 2019 l’Inter ha ceduto Andrea Pinamonti al Genoa in prestito con obbligo di riscatto fissato a 18-20 milioni; nel contratto non è stata inserita alcuna clausola di recompra per far sì che l’Inter potesse far maturare la plusvalenza nel bilancio in cui il giocatore sarebbe stato riscattato dai rossoblù, riuscendo ad aggirare la disciplina della FIGC sulle clausole di recompra, la cui plusvalenza può maturare solo al termine del periodo in cui è esercitabile la recompra stessa. Il gentlemen agreement raggiunto tra i dirigenti delle due società prevedeva infatti che l’Inter potesse riacquistare Pinamonti in futuro, a condizioni agevolate, potendo però iscrivere immediatamente la plusvalenza.
Dopo poco più di un anno dal trasferimento in liguria, in virtù dell’accordo verbale raggiunto, l’Inter ha esercitato la recompra, aggiudicandosi il giocatore per 8 milioni fissi più 12 di bonus. Pinamonti ha fatto così ritorno nella società in cui è cresciuto e con la quale ha esordito in Serie A all’età di 17 anni. L’operazione Pinamonti per certi versi somiglia all’operazione impostata più di un anno fa per Biraghi (un altro prodotto del vivaio nerazzurro); questo perché l’Inter può così inserire nelle liste Serie A e UEFA un prodotto del vivaio, indicato come CTP (club trained player), il quale presenta l’enorme vantaggio di poter essere inserito nelle varie liste senza occupare alcuno slot nella lista principale, in quanto verrebbe collocato nella lista CTP. Addirittura, nel caso di Pinamonti, il vantaggio è duplice dato che si tratta di Under 23 e dunque la società non avrà alcun problema a collocarlo nelle varie liste.

Figliol prodigo
L’acquisto di Pinamonti ha scontentato molti tifosi, d’altronde si tratta di un giocatore che nell’ultima stagione ha faticato e non poco in una squadra in lotta per la salvezza come il Genoa. Va però ricordato che la pandemia ha messo a dura prova le finanze dei club, molti giocatori nerazzurri sparsi in prestito non sono stati riscattati e hanno fatto ritorno ad Appiano; la società si è trovata a gestire una rosa in sovrannumero e prima della chiusura del mercato ha effettuato numerose operazioni in uscita; in un simile contesto un giocatore come Pinamonti non poteva non presentare un’occasione per l’Inter, che evidentemente ha preferito puntare su un giocatore meno costoso e facilmente inseribile nelle liste, anziché puntare su profili più affermati e costosi, col rischio poi di non aver spazio nelle liste per inserire tutti i giocatori presenti in rosa.
Dopo l’esperienza in prestito al Frosinone, durante la quale ha mostrato alcuni sprazzi di talento in una delle peggiori squadre del campionato, le aspettative per il suo trasferimento al Genoa erano particolarmente elevate. La coppia Pinamonti-Kouamé era certamente uno dei tandem offensivi più interessanti, sia per l’età che per caratteristiche dei due giocatori; alla prima giornata in casa della Roma entrambi sono andati a segno, ma si rivelerà solo un’illusione estiva; il progetto tecnico di Andreazzoli naufraga malamente a cavallo tra settembre e ottobre, a fine ottobre Kouamé si rompe il crociato e il Genoa sprofonda in zona retrocessione. In una simile situazione Pinamonti non è riuscito a caricarsi la squadra sulle spalle e a trascinarla verso una tranquilla salvezza, mettendo a referto solamente 5 reti e un assist, troppo poco per uno degli attaccanti di maggior talento della sua generazione.
In termini realizzativi ha fatto registrare una lieve underperformance, solo 5 reti a fronte di 6.7xG, performance gravata però da una bassa qualità dei tiri a disposizione 0,096 xG per tiro (Lukaku secondo l’algoritmo StatsBomb ha avuto un valore xG per tiro pari a 0,164). Nel contesto del Genoa Pinamonti si è rivelata una punta poco autosufficiente, infatti dalle sue giocate sono stati prodotti in media 1,7 tiri p90, il confronto con i nuovi compagni di reparto, Lukaku e Lautaro, è quasi impietoso, col belga che ha portato alla produzione di un tiro 3,05 volte p90 e l’argentino che ha fatto registrare un valore ancor più elevato, 3,3 p90).
Pinamonti non è stato in grado di imporsi né come finalizzatore, ma neanche come riferimento creativo per lo sviluppo del gioco e della rifinitura, nonostante venisse molto cercato dai compagni, ben 46,2 passaggi p90 (per intenderci Lukaku è stato il destinatario di 48,1 passaggi p90), i suoi dati in rifinitura sono di basso livello, solo 0,56 passaggi chiave p90, 0,28 passaggi completati verso l’area di rigore p90 e solo 0,6 Expected assist generati in tutto il campionato scorso; in compenso ha mostrato una buona precisione nei passaggi effettuati registrando una pass accuracy del 70.5% (inferiore a quella di Lukaku, ma superiore a quella di Lautaro).
Solitamente per un giocatore passare da una realtà di medio-basso livello ad un top team che punta alla vittoria può rivelarsi una scelta fatale, il cosiddetto “passo più lungo della gamba”, questo ragionamento lo si può fare anche per Pinamonti, che nelle ultime stagioni ha avuto difficoltà a ritagliarsi un ruolo da protagonista in squadre che lottavano per la salvezza. D’altro canto, per il talento scuola nerazzurra, la possibilità di potersi esprimere in un contesto di squadra funzionante e che cerca di creare spazi per le punte e che dà agli attaccanti numerose linee di passaggio, oltre alla possibilità di poter avere a disposizione occasioni da rete di maggior qualità, può renderlo un’alternativa credibile ai titolari, nonostante ad oggi parta molto indietro nelle gerarchie.
Pinamonti può essere il vice-Lukaku?
Il reparto offensivo dell’Inter è composto da due giocatori brevilinei e rapidi come Lautaro e Sanchez e da due punte maggiormente strutturate come Lukaku e appunto Pinamonti. La scorsa stagione è mancato un attaccante dalle caratteristiche simili a quelle di Lukaku, che potesse dare il cambio al belga e farlo rifiatare di tanto in tanto, non a caso nel corso delle varie sessioni di calciomercato sono stati accostati all’Inter profili quali Dzeko, Giroud e Llorente. Tuttavia Pinamonti non appare come il prototipo di attaccante in grado di svolgere gli stessi compiti che Conte è solito chiedere a Lukaku, ragion per cui potrebbe anche giocarci in coppia, avendo prevalentemente compiti di attacco della profondità, ma in alternativa potrebbe anche amalgamarsi bene con un giocatore come Sanchez, che è solito abbassarsi per ricevere palla. Il meticoloso lavoro di Conte e del suo staff potrebbe arricchirlo, provando a sviluppare una migliore attitudine nel gioco spalle alla porta e di cucitura del gioco, vista anche la buona precisione dei suoi passaggi, lasciandogli comunque la possibilità di poter attaccare la profondità per migliorare anche in finalizzazione.

Per Pinamonti il ritorno all’Inter potrebbe quindi essere una grande opportunità per non fare la fine di tanti ex attaccanti della primavera nerazzurra che nel salto delle giovanili ai professionisti si sono persi o non hanno mantenuto le aspettative di inizio carriera, starà a lui giocarsi bene le proprie carte nelle (realisticamente) poche mani in cui Conte gli consentirà di farlo.