Perché l’Inter ha ceduto Godin?
La cessione di Godin priva l’Inter di un giocatore dal grande carisma e dall’enorme personalità, doti intangibili, ma molto apprezzate dai tifosi. Dopo 9 stagioni di militanza Colchoneros, nel luglio 2019 Godin è approdato a Milano; l’Inter ha potuto così mettere sotto contratto, a parametro zero, uno dei migliori difensori della sua generazione. Il contesto tattico in cui Godin si è dovuto inserire a Milano è risultato molto diverso da quello a cui era abituato all’Atletico Madrid, non tanto per il fatto di giocare in una difesa a 3 (tre o quattro sono semplici numeri, non ci dicono nulla sull’atteggiamento difensivo di una squadra, né sui compiti difensivi che spettano al singolo difensore). Il sistema difensivo dell’Atletico Madrid punta a difendere prevalentemente in maniera compatta con un blocco medio-basso, corto e stretto, con delle scalate e delle rotazioni difensive eseguite con grande precisione proprio per non dilatare le distanze orizzontali e verticali. Il contesto difensivo impostato da Conte è meno reattivo rispetto a quello di Simeone: l’Inter è una squadra che prova a riconquistare il pallone il più vicino possibile dalla porta avversaria, molto spesso i centrali sono chiamati a spezzare la linea per recuperare palla nella metà campo avversaria, inoltre il sistema difensivo nerazzurro si regge sui duelli individuali del singolo difensore contro il diretto avversario, anche in campo aperto. Godin nella retroguardia a 3 è stato schierato come braccetto destro al fianco di De Vrij, dopo l’esordio da subentrato contro il Cagliari è stato schierato titolare sia nella gara contro l’Udinese, nella quale ha fornito l’assist per il goal vittoria di Sensi, sia nel derby dove, seppur con qualche difficoltà, è riuscito a contenere l’esuberanza di Leao (anche a fronte di uno striminzito 6 assegnatogli in pagella sulla Gazzetta dello Sport).
Nel corso dei mesi, Godin però trova sempre meno spazio, in particolare Conte preferisce inserire Bastoni come centrale di sinistra (peraltro unico centrale di piede mancino in rosa), così da poter schierare Skriniar a destra (sul piede forte). In molte gare di campionato Godin si accomoda in panchina o entra a gara in corso, anche se nelle gare di maggiore importanza viene schierato titolare. In più di qualche occasione le sue prestazioni non convincono a pieno, tanti giornalisti e tifosi indicano la difesa a 3 come causa del rendimento sottotono dell’uruguagio, auspicando il passaggio ad una difesa a 4 per far rendere al meglio di Faraone.
Nella prima gara post-lockdown, contro il Napoli, la linea difensiva nerazzurra vede impiegati Skriniar, De Vrij e Bastoni, quasi a voler certificare le nuove gerarchie della difesa, con Godin destinato alla panchina. L’espulsione di Skriniar contro il Sassuolo e le successive 3 giornate di squalifica comminate allo slovacco danno l’occasione a Godin di rientrare nell’undici titolare; il capitano della celeste sfrutta a pieno l’occasione e si riprende la maglia da titolare; il livello di prestazioni del 2 nerazzurro cresce di partita in partita, soprattutto in Europa League dove il suo carisma guida la difesa, realizzando addirittura la rete del temporaneo 2-2 nella sfortunata finale di Europa League.
Il finale di stagione ha certificato come Godin possa essere un difensore in grado di rendere bene anche in una linea difensiva a 3, in particolare alcuni accorgimenti adoperati da Conte, han fatto in modo da arrivare ad un compromesso tra i principi difensivi dell’allenatore e le migliori caratteristiche di Godin; anche per questo motivo la sua cessione ha sorpreso molti tifosi ed esperti di mercato. Bisogna però ricordare che dietro ogni scelta di calciomercato c’è sempre una logica, con questo articolo ho provato a comprendere quali aspetti abbiano indotto la società ad operare una simile scelta.
La cessione di Godin ci aiuta a comprendere la direzione intrapresa dal progetto tecnico
In queste prime amichevoli pre-stagionali l’Inter si è disposta sempre col 3-4-1-2, modulo già utilizzato da metà giugno e per buona parte del mese di luglio, ma che a causa del poco tempo a disposizione per implementarne i concetti è stato abbandonato. Pare evidente che Conte voglia continuare a lavorare sulle idee che già aveva presentato alla ripresa del campionato, con la forte intenzione di inserire definitivamente Christian Eriksen negli schemi di gioco. Nel 3-4-1-2 le punte tendono a giocare più lontane, andando a creare delle catene laterali con le quali sviluppare il gioco, per poi rifinire l’azione centralmente passando dal trequartista.
Un pattern particolarmente interessante per la risalita del campo consisteva in una rotazione posizionale: uno dei due mediani si abbassava sulla linea dei difensori andando a comporre una linea a 4; l’abbassamento del mediano spingeva uno dei centrali ad aprirsi lateralmente in fascia andando ad occupare la porzione di campo solitamente occupata dal terzino di una difesa a 4, mentre l’esterno a tutta fascia entrava dentro al campo per garantire una linea di passaggio verticale per il mediano.

Questa rotazione portava dunque il braccetto a giocare quasi da terzino, garantendo ampiezza anche con sovrapposizioni e conduzioni palla. Anche per questo motivo l’Inter in quel ruolo ha acquistato Kolarov (che è un terzino) e probabilmente acquisterà Darmian (un altro terzino) per impiegarlo come terzo centrale di destra, alternandosi con Skriniar o Milenkovic (anche lui terzino, poi adattato a centrale da Pioli). Questa motivazione non è però sufficiente in quanto nell’ultima stagione Godin è stato il centrale nerazzurro che ha fatto registrare il maggior numero di metri guadagnati in conduzione, ben 194 p90.
Un altro aspetto rilevante può essere quello dovuto alle scalate in marcatura nelle azioni di pressing e gegenpressing. Nella fase finale della scorsa stagione, con il ritorno al 3-5-2, il dispositivo di pressione collettiva prevedeva una disposizione asimmetrica, infatti mentre a sinistra era l’esterno sinistro (Young o Biraghi) ad uscire sull’esterno avversario, a destra era Barella ad aprirsi lateralmente sul terzino avversario. L’uscita di Barella faceva sì che nessun difensore fosse chiamato ad effettuare uscite lunghe sul diretto avversario, ma semplici scalate di marcature per mantenere la linea compatta e soprattutto per non esporre Godin a situazioni di 1v1 con avversari più veloci e tanto campo da coprire.
Con il passaggio al 3-4-1-2 con la presenza di un vertice alto a centrocampo difficilmente verrebbe adottata la soluzione vista in precedenza; sulla fascia destra Hakimi sarà chiamato ad uscire sul diretto avversario senza restare ancorato alla linea per evitare, la sua uscita verrebbe poi coperta dal terzo centrale che andrebbe ad occuparsi dell’ala lasciata libera.
Questa differente rotazione difensiva, nei piani tattici, punta a far recuperare palla in zone di campo più avanzate e con maggiore frequenza, anche a costo di esporre la linea difensiva a situazioni di parità numerica con gli attaccanti avversari e un’intera metà campo alle spalle; una simile situazione potrebbe penalizzare non poco Godin, che potrebbe aver maggior bisogno di protezione e di difendere in zone di campo più arretrate. Un simile contesto difensivo si sposa bene con difensori dallo stile difensivo proattivo, che provano a recuperare il pallone nel più breve tempo possibile (anche a costo di essere saltati), anziché concedere la “prima mossa” all’avversario. In generale Conte vuol ridurre al minimo le situazioni di difesa posizionale, che sono le situazioni in cui le letture difensive di Godin e la sua perfetta scelta di tempo nello stacco si esaltano.
Il peso dell’ingaggio
In tutte le scelte di mercato, al pari delle motivazioni di stampo tecnico o tattico, vi sono anche motivazioni di natura economica che possono influire su una determinata scelta. Nel caso di Godin vista la potenziale difficoltà a collocare il giocatore nel contesto tattico, ragion per cui il suo minutaggio sarebbe risultato particolarmente esiguo e a fronte di un ingaggio elevato, infatti, inclusi i bonus, Godin percepisce un ingaggio da 5,5 milioni che al lordo diventano 7,2 milioni (in virtù dei benefici del decreto crescita) che incidono sulle casse della società, fino al 2022. Certamente le ristrettezze finanziarie causate dalla pandemia hanno fatto sì che l’aspetto economico abbia acquisito enorme peso nella scelta.
La dirigenza ha così preferito cedere l’uruguagio e puntare su un profilo meno costoso (ma anche con minor carisma rispetto al faraone) per il ruolo di braccetto destro di riserva. Molto probabilmente sarà Darmian a sostituire Godin nelle rotazioni della difesa nerazzurra.