Kolarov non sa solo calciare punizioni
Kolarov sarà in grado di allungarsi la carriera?
Alexander Kolarov approda all’Inter a 34 anni (35 a Novembre), riuscendo a prolungare ulteriormente la sua carriera ad alti livelli che prosegue dal 2007, anno del suo arrivo alla Lazio.
In quegli anni ha saputo imporsi sin da subito, appropriandosi della fascia sinistra e regalando galoppate che gli hanno permesso di guadagnarsi fama internazionale.

Infatti, dopo un triennio coi biancocelesti, Mancini lo ha portato da Roma a Manchester, sponda celeste. I Citizens si sono assicurati un terzino di livello che ha garantito loro grande continuità per ben 7 anni, fondamentale nel processo di crescita per il progetto che ha visto nascere nello scorso decennio una delle più grandi potenze d’Europa (e con cui ha vinto 2 campionati). Anche in Premier League, il difensore serbo ha messo in mostra la sua migliore qualità: il mancino. Grazie alla sua superiorità nel tiro, ha sempre eccelso nel battere i calci piazzati.

Negli anni in Premier ha giocato prevalentemente da terzino sinistro, macinando chilometri in fascia fino ad arrivare al cross o al tiro. Il Kolarov tornato a Roma, però, è un giocatore diverso: l’unica soluzione per restare ad alti livelli con l’avanzare dell’età è reinventarsi. Per cui, Alexander ha raffinato la sua sensibilità tattica arrivando non solo a migliorare la fase difensiva, ma anche a sviluppare una capacità di impostazione non indifferente. La squadra giallorossa, infatti, ha trovato nel serbo un pivot difensivo. Gran parte delle azioni dei capitolini passano dai suoi piedi, rendendolo di fatto un regista occulto della squadra.

In un calcio dove la costruzione comincia sempre più dai giocatori più arretrati, Kolarov è stato capace di rimanere ad alti livelli fino ad oggi, tanto da convincere un’Inter sempre più in crescita a portarlo a Milano nonostante l’età avanzata.
Cosa può ancora dare Kolarov?
Come accennato in precedenza, la qualità che spicca maggiormente del serbo è la facilità di calcio col mancino, sia nel tiro che nel passaggio. Oltre a garantire affidabilità nella battuta dei calci d’angolo, sa anche rendersi sempre pericoloso nei calci di punizione.
La tecnica, però, non basta: se Kolarov è riuscito ad imporsi come terzino lo deve anche grazie alla sua forza fisica e alla condizione sempre ad alti livelli. Lo testimonia anche l’esiguo numero di infortuni patiti negli ultimi anni: dal 2012 ha saltato solamente 19 partite.
La versione di Kolarov che approda all’Inter, però, parla di un giocatore in parabola discendente. Sia chiaro: a livello di presenze, il serbo garantisce indubbia solidità. Secondo i dati StatsBomb, infatti, nonostante nella stagione 2019/20 abbia concluso interamente soltanto 5 gare delle 30 in cui è partito titolare, ha disputato, in media, 79 minuti a presenza. Se poi si considera che il suo acquisto è mirato al miglioramento della qualità della rosa, sono numeri di tutto rispetto.
Il neo-interista espande così lo scacchiere tattico di Conte nel massimo della sua maturità calcistica, potendo svolgere egregiamente funzioni analoghe a quelle affidatogli da Fonseca.

L’affidamento della costruzione giallorossa lo ha aiutato nel guadagnarsi numeri da top in Serie A: per ben due stagioni consecutive (2017/18 e 2018/19), il serbo è stato il giocatore migliore per passaggi progressivi, totalizzandone rispettivamente 346 e 347 (circa 10 p90), scendendo a 215 (7.07 p90) nell’ultima stagione a causa del cambio di sistema di gioco di Fonseca.
Campionando esclusivamente i difensori e quinti e considerando l’annata passata (e con almeno 1000’ giocati), Kolarov è terzo per passaggi chiave (1.84 p90), dietro ad altri nerazzurri (Candreva e Biraghi, con 2.13 e 1.97 KP p90); figura anche tra i migliori 10 per expected assist p90 (0.16).
Probabilmente, vedremo diminuire questo dato in caso dovesse stabilirsi da terzo centrale e scenderanno i suoi numeri in rifinitura. Ma rimarranno apprezzabili le sue qualità in impostazione: effettuando 60.4 passaggi p90 col 78.8% di precisione, si sposa bene col pacchetto di centrali interista (tutti sopra ai 50 p90). Inoltre, padroneggia un’arma molto cara al sistema contiano, dato che il dato sui lanci lunghi tocca i 18 p90 (62.6% di successo) e quello sui cambi di gioco completati arriva a 2.70 p90.

Affinché anche i centrali di difesa si rivelino ancor più decisivi, Conte richiede ai suoi una conduzione palla al piede per spezzare le linee di pressione avversarie. Kolarov eccelle sotto quest’aspetto, seppur in maniera incostante rispetto agli attuali interisti: Godin e Bastoni dominano questa giocata, guadagnando rispettivamente ben 194 e 191 metri p90 grazie a delle corse progressive. Kolarov si ferma a 150 metri p90 come de Vrij ma più di Skriniar (119) e D’Ambrosio (103).

Inoltre, ci troviamo davanti ad uno dei giocatori più continui a livello di quantità di cross: il serbo ne ha totalizzati 185 la scorsa stagione (sesto in Italia). I suoi cross sono solitamente forti e tesi e richiedono alle punte una buona scelta di tempo per poterli convertire in rete.
Il suo stile si sposa bene anche con la fase di non possesso interista. Anche se Kolarov non eccelle difensivamente per mancanza di agilità e pulizia nell’intervento, rimane un giocatore adatto ad una squadra abituata a difendere in avanti, riuscendo a dar sfogo all’aggressività nel contrasto. Un dato interessante che testimonia questa caratteristica è la percentuale pressione riuscita: le volte in cui la squadra ha recuperato il possesso entro 5 secondi dall’inizio dell’azione di pressing (in cui ha partecipato il giocatore). Nel suo ultimo anno alla Roma è stato il calciatore che in Serie A 2019/20 ha fatto registrare il dato più elevato: 42.7%.
A livello di uno contro uno, invece, il serbo esegue 1.35 contrasti p90 (vincendone il 60%), numero discreto ma inferiore ai 2 contrasti p90 medi degli attuali terzi interisti (Godin, Skriniar, D’Ambrosio e Bastoni), confermando quanto detto in precedenza sulle lacune difensive.

Giunge quindi all’Inter un giocatore di esperienza che, nonostante sia atleticamente inferiore al passato, riesce comunque a espandere la profondità della rosa nerazzurra e ad impreziosirla con maggiore qualità.
Quale ruolo ricoprirà?
“Ora mi trovo benissimo come terzo centrale di sinistra, negli ultimi mesi a Roma ho giocato in questo ruolo ma anche al Manchester City, quindi là mi trovo molto bene e visto che l’Inter ha quasi sempre il possesso della palla mi potrei trovare bene in questa posizione”
Kolarov nella sua prima intervista da giocatore dell’Inter
In sé, la risposta a questo quesito l’ha fornita Kolarov in prima persona. I suoi miglioramenti in impostazione e la sua esperienza combinati alla fase di declino fisico lo rendono un candidato ideale alla posizione di difensore alla sinistra di de Vrij. Molto probabilmente è qui che verrà schierato, alternandosi con Bastoni, ma non è scontato che possa giocare anche come esterno.
Giocando sulla fascia, potrebbe sfruttare le corse palla al piede che spesso lo portano al cross o al tiro, potendo dare sfogo liberamente al suo contrasto aggressivo e anche concedersi anche qualche fallo grazie alla lontananza dall’area di rigore.
I suoi numeri da terzino sono una prova della sua efficacia quando ha libertà di avanzare, eppure Kolarov non può fornire garanzie in questa posizione a livello di minutaggio.
Da centrale, invece, riuscirebbe a dare quel quid in più alla manovra nerazzurra tanto fumosa in caso di difese avversarie serrate: come ha già dimostrato Bastoni, avere dei centrali in grado di avanzare palla al piede e tentare la giocata può essere decisivo in alcune gare.
Proprio perché ha ricoperto il ruolo di terzino per gran parte della carriera e la sta concludendo da centrale, Kolarov rappresenta il prototipo di giocatore perfetto per i meccanismi nerazzurri. Avviene, infatti, una rotazione tra mezzala, esterno e terzo di difesa che vede quest’ultimo avanzare e prendere il posto del compagno sulla fascia, arrivando spesso ad allargarsi sulla trequarti avversaria. In questa zona, Kolarov è ancora micidiale e, superando l’avversario nel duello, potrebbe persino arrivare a calciare in porta.

Indipendentemente dalla possibile collocazione in campo, quindi, è indubbio che l’Inter sia riuscita a rinforzarsi nonostante sia stato acquistato un calciatore a fine carriera; la maturità del serbo fornirà più alternative a Conte che, diversamente da alcuni tifosi rimasti perplessi, sarà rimasto soddisfatto dall’arrivo di Kolarov.
Fonte dati FbRef