Hakimi riuscirà ad affermarsi in Serie A?
Al 77° minuto di Borussia Dortmud-Inter, gara valevole per la quarta giornata della fase a gironi di Champions League, l’Inter si trova in completa balia dell’avversario: dopo un gran primo tempo chiuso con due reti di vantaggio, nella ripresa si è vista recuperare il vantaggio accumulato, e i Nerazzurri non sembrano più in grado di risalire il campo, né di consolidare il possesso. Da un’azione prolungata del Borussia Dortmund la palla arriva sulla destra, dove Hakimi e Brandt si scambiano più volte il pallone per generare una situazione di 1v1 tra Hakimi e Sensi; il laterale marocchino salta Sensi e, prima che giunga il raddoppio di Brozovic, riesce a servire Sancho nel mezzo spazio di destra; la ricezione del fantasista inglese costringe Skriniar ad uscire, l’uscita dello slovacco genera uno spazio occupato immediatamente da Hakimi, che, servito da Sancho, brucia in velocità Candreva e batte Handanovic con grande freddezza. Il 3-2 siglato da Hakimi consegna la vittoria al Borussia Dortmund e, a conti fatti, condanna l’Inter a disputare l’Europa League.

La sconfitta di Dortmund ha per certi versi rivelato il reale valore europeo dell’Inter, una squadra che solo nell’ultimo biennio si è riaffacciata sul palcoscenico più prestigioso, ma ancora lontana dall’élite del calcio europeo, con tanti giocatori giovani e di potenziale alle prime armi in campo europeo (Sensi, Barella, Bastoni e anche Lautaro), cui sono stati affiancati tanti buoni mestieranti della Serie A spesso privi di esperienza internazionale (Candreva, Vecino, Gagliardini, D’Ambrosio). Pareva dunque evidente che alla squadra mancassero giocatori di caratura internazionale, preferibilmente ancora giovani e di grande prospettiva, come Sancho o Hakimi, aspetto che Conte non mancò di rimarcare nel post-partita.
A pochi giorni dalla fine della Bundesliga, il Borussia Dortmund comunica l’acquisto a parametro zero di Meunier, svincolatosi dal PSG; il belga poteva costituire un rimpianto di mercato per l’Inter, visto che le sue caratteristiche si sarebbero sposate bene coi compiti richiesti da Conte agli esterni a tutta fascia. L’acquisto di Meunier da parte del Borussia è dovuto al fatto che il prestito biennale con il quale Hakimi era giunto in Germania è scaduto e il giocatore era destinato a ritornare al Real Madrid (squadra in cui è cresciuto) per giocarsi le sue carte contro Carvajal per il posto di terzino destro.
L’interessamento dell’Inter per Hakimi è una sorpresa, ma la voce si rivela fondata e porta a galla una trattativa intavolata nel periodo del lockdown da Piero Ausilio. Nel giro di pochi giorni la trattiva giunge a conclusione e Hakimi diventa un nuovo giocatore dell’Inter.
Cosa rende speciale Hakimi?
Nel biennio al Dortmund Hakimi ha occupato diverse posizioni nello scacchiere tattico di Favre: ha giocato da terzino di una difesa a 4 (sia a destra che a sinistra, posizione occupata anche ai tempi del Real), ma ha agito anche in zone di campo più avanzate, giocando come trequartista esterno a sostegno della punta nel 4-2-3-1 e addirittura come esterno di una linea d’attacco a 3. Il talento di Hakimi è emerso pienamente quando è stato spostato esterno di centrocampo nel 3-4-3, un modulo che gli ha consentito di occupare in maniera dinamica l’intero corridoio laterale.
Dario Pergolizzi su L’Ultimo Uomo ha definito Hakimi come «uno di quei giocatori che si appoggia sull’inerzia dell’azione per risultare devastante» , definizione estremamente azzeccata per un giocatore che nell’ultima stagione tra campionato e Champions League ha messo a segno ben 9 reti e realizzato 10 assist (sesto miglior assist-man della Bundesliga 19-20), con una media di 1,16 passaggi chiave p90.

Nell’ultima stagione al Borussia Dortmund Hakimi è diventato un riferimento molto importante per la squadra sia nella risalita del campo: con 77,6 passaggi ricevuti p90 è stato il secondo giocatore più cercato dai propri compagni nell’ultima Bundesliga, dietro solo a Kimmich. Hakimi è un più che discreto passatore, infatti esegue 80,2 passaggi p90 con una precisione dell’84,3%, e nell’ultima Bundesliga è stato il sesto giocatore che ha completato più passaggi progressivi, 8,2 p90, con un avanzamento di 338,5 metri p90.
Hakimi non è un prototipo di esterno particolarmente propenso al dribbling: nell’ultima Bundesliga ha completato 2,2 dribbling p90 (23° giocatore in questa speciale classifica, quinto se si contano solo gli esterni a tutta fascia e i terzini); non è parso neanche un dribblatore particolarmente efficiente, infatti solo nel 56,5% dei 3,9 dribbling tentati ha superato il diretto avversario. Hakimi non è dunque un esterno a tutta fascia che salta con continuità il diretto avversario, anche se il suo dato sui dribbling risulta migliore a quello fatto registrare dai vari esterni impiegati da Conte nella stagione appena andata in archivio. Il dribbling non è però il fondamentale più importante che Conte richiede ai suoi esterni, in quanto il suo sistema di gioco poggia principalmente sulla rete di passaggi e di smarcamenti impostata attraverso i pattern di gioco, mentre le conduzioni palla dei singoli giocatori sono un aspetto secondario; nell’idea di gioco di Conte, invece, è molto importante che l’esterno punti ad attaccare lo spazio in profondità alle spalle dell’terzino avversario, così da acquisire un vantaggio posizionale.

Il continuo attacco della profondità, unito ad un’elevata velocità (nell’ultima stagione Hakimi ha raggiunto un picco di velocità pari a 36,5 km/h; solo Alphonso Davies ha raggiunto una velocità di punta più elevata) rendono Hakimi un esterno che sa sfruttare a pieno gli spazi generati dal sistema di gioco nerazzurro, ma anche in grado di attaccare spazi alle spalle del diretto avversario, qualità che pochi esterni possono vantare.

Hakimi non è però solo un esterno di corsa, infatti è molto abile in conduzione palla, essendo dotato di un’ottima tecnica in velocità; molto spesso, una volta aggirato l’avversario, è molto pulito nella conduzione, infatti nell’ultima Bundesliga è stato il secondo giocatore per corse progressive p90 con 225,5 metri di campo risaliti; il dato sulle corse progressive risulta importante anche se comparato con gli esterni interisti che nella scorsa stagione sono stati maggiormente impiegati, infatti nessuno di questi si è avvicinato al dato di Hakimi, con Candreva che ha fatto registrare il dato migliore con 156,3 metri p90, seguito da Young (117,3 mt. p90), D’Ambrosio (103,4 mt. p90) e Biraghi (86,8 mt. p90) . L’esterno marocchino, essendo in grado di raggiungere con poche falcate picchi di velocità elevati, riesce a staccare il diretto avversario, così da guadagnare quel metro necessario ad alzare la testa e individuare la migliore opzione di passaggio per indirizzare a suo piacimento il cross.

Dal punto di vista difensivo, un esterno così propenso alla spinta offensiva viene spesso etichettato come inadatto difensivamente; i dati difensivi di Hakimi in parte confermano questa tesi, anche se è necessario premettere che in un trade-off tra spinta offensiva e contribuzione difensiva, i vantaggi offensivi che Hakimi apporta al sistema di gioco sono molto maggiori degli svantaggi derivanti dalla leggerezza difensiva. L’analisi dei dati difensivi del giocatore è certamente gravata dall’elevato possesso medio che il Borussia Dortmund ha sviluppato nell’ultima stagione (61%, seconda squadra per possesso palla nella Bundesliga 19-20). Come da tradizione iberica, i terzini sono particolarmente abili nella gestione dei duelli individuali, infatti Hakimi quando è chiamato a giocarsi l’1v1 in una situazione statica mantiene una corretta postura e concede all’avversario lo spazio sull’esterno, così da giocare il duello individuale sulla velocità.

Quanto alle statistiche difensive, si può notare come Hakimi sia un giocatore che ricorre poco al fallo; i dati relativi all’ultima Bundesliga indicano appena 0,8 falli p90 con 5 cartellini gialli, quasi 1 intercetto p90, 1,23 contrasti vinti p90 e 0,6 duelli aerei vinti su un totale di 1,3 p90. I numeri difensivi non particolarmente elevati sono dovuti all’elevato possesso medio fatto registrare dal Borussia e al parziale esonero da responsabilità difensive di cui godono gli esterni a tutta fascia nel sistema del Dortmund rispetto ai centrali di difesa. Hakimi è un difensore molto frenetico, ma spesso la sua frenesia difensiva diventa facilmente aggirabile dagli avversari, infatti delle 15,4 azioni di pressing che conduce solo 5,26 si concludono positivamente, così come spesso anche nelle situazioni di 1v1 viene saltato con eccessiva facilità, con 1,5 dribbling subiti p90.
Hakimi pecca in situazioni di gioco più complesse, soprattutto in fasi di difesa posizionale prolungata, dove sono richieste letture difensive più sofisticate; va anche precisato che nel corso della sua breve carriera Hakimi ha militato in squadre che puntavano ad una maggiore gestione del pallone, anche a scapito di una migliore organizzazione difensiva, perciò le abilità difensive di Hakimi in situazioni più cervellotiche non sono mai state eccessivamente stimolate; certamente un periodo di adattamento ai compiti difensivi sarà inevitabile.

Quali compiti dovrà ricoprire all’interno del sistema di gioco?
La collocazione tattica di Hakimi sarà quella di esterno di centrocampo, quasi certamente a destra (anche se all’occorrenza potrà essere spostato a sinistra) nel 3-5-2 (o nel 3-4-1-2), come confermato nell’intervista di presentazione in cui ha risposto alle domande dei tifosi. Sempre nella medesima intervista, Hakimi ha ammesso che nella sua scelta di sposare la causa nerazzurra è stata decisiva l’identità tattica con cui Conte ha plasmato l’Inter. Nel sistema di gioco di Antonio Conte, gli esterni a tutta fascia risultano infatti particolarmente importanti, sia per quel che concerne i compiti difensivi, sia per quanto riguarda lo sviluppo del gioco, il generare superiorità, la rifinitura e la finalizzazione. Nel corso della stagione appena conclusa sulla corsia destra si sono alternati prevalentemente Candreva, D’Ambrosio e Moses: il primo ha garantito un buon contributo nel sostegno all’azione con i suoi cross dal fondo, il secondo ha dato un contributo maggiore in finalizzazione e nell’attacco della porta dal lato debole, mentre Moses, complici svariati infortuni, non ha avuto tantissima continuità, pur essendo stato l’esterno maggiormente in grado di puntare e saltare il diretto avversario. L’acquisto di Hakimi è sicuramente un upgrade per la corsia destra dell’Inter, con la possibilità di inserire nell’undici titolare uno dei migliori giovani esterni destri in circolazione.
Molto probabilmente il raggio d’azione di Hakimi sarà nella metà campo avversaria, dove potrà sfruttare gli spazi creati dalla costruzione arretrata, e i suoi movimenti ad attaccare la profondità, uniti alla sua velocità, possono ben integrarsi con i pattern di gioco proposti da Conte, che si basano sulla sincronia tra movimenti e trasmissione del pallone. Hakimi sarà chiamato a sfruttare gli spazi generati per rifinire o concludere l’azione, ma dovrà anche essere in grado di generare spazi (attraverso un dribbling o un movimento senza palla) alle spalle del terzino avversario per consentire alla squadra di attaccare in velocità.
Solitamente la Serie A viene indicata come un campionato estremamente tattico in cui i giovani provenienti da leghe straniere possono avere bisogno di un periodo di ambientamento; Hakimi nelle sue prime dichiarazioni in nerazzurro ha confermato questo cliché, dando l’impressione di essere conscio della scelta che ha fatto nel venire in Serie A per consacrarsi come uno dei migliori laterali bassi della sua generazione.
Fonte dati FbRef